FOTO DI GIULIA MANTOVANI
COME HO DECISO DI DIVENTARE ATTORE
DELLA MIA VITA. E NON SOLO LETTERALMENTE.
Nel precedente numero della rivista avete letto un mio articolo intitolato “Una vita da film”. Era da un po’ che avevo
in mente un’idea e ve la racconto in questo testo. Mi è capitato recentemente di leggere alcune bellissime parole dello scrittore svizzero Piero Scanziani: “Ci sono amicizie che nascono per caso. Più passa il tempo più diventano parte di noi, parte viva del nostro cuore. Regalandoci ogni giorno, con piccoli gesti, infinite e dolci emozioni”. Non trovo parole migliori per descrivere il rapporto che ho instaurato con Davide Amante che, da cliente della mia NON Agenzia, considero
ora un caro amico. E che mi ha fatto un grande regalo: chiacchierando del più e del meno, durante una pausa pranzo di un qualsiasi giorno milanese, gli ho esposto il desiderio di creare qualcosa che raccontasse di me, della mia vita, della
mia carriera. Insieme a lui abbiamo pensato a un documentario, date le sue esperienze nel settore, e abbiamo deciso insieme di buttarci in questa avventura.

Il formato del documentario è stato deciso da Davide che mi ha citato una celebre frase di Sir Alfred Joseph Hitchcock, conosciuto anche come “Master of Suspense” in virtù dei suoi capolavori thriller e considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema. Egli soleva rispondere – a chi gli chiedeva quale differenza intercorresse tra documentario e produzione cinematografica – che “nelle produzioni cinematografiche il regista è un Dio, nei documentari è Dio stesso il regista”. Si intuisce facilmente il concetto che queste parole esprimono: mentre in un film si costruisce la sceneggiatura, ma si coinvolgono emozioni basate su una forte componente immaginifica o creativa che si distacca dalla realtà, nel documentario
avviene esattamente il contrario e si documenta visivamente il mondo reale.

« Qualsiasi cosa faccia non la faccio perché devo o qualcuno mi ha detto di farla. La faccio perché ci credo ».
Davide è una persona molto intuitiva e perspicace e ha capito immediatamente alcuni aspetti della mia personalità, per esempio la mia capacità camaleontica di prendere diversi ruoli e di adattarmi a chi mi trovo di fronte. Come avviene spesso, per giungere al successo – e sono solo agli inizi, voglio percorrere ancora molta strada – ho salito un gradino dopo l’altro. Ho affrontato con coraggio, disciplina e determinazione tutte le difficoltà che mi si sono presentate molto presto nella vita. Davide mi definisce “un moderno gladiatore” e sostiene che ciò che più lo ha affascinato di me è il desiderio di conquista che mi ha letto negli occhi, lo stesso che «accomuna quei pochi che sanno portare a compimento i propri sogni. Una categoria particolare di eletti che, per necessità o ispirazione, riescono a comprendere i fattori essenziali della vita e a trasformarli in un percorso concreto, che hanno saputo trasformare gli avvenimenti della vita in opportunità; persone che hanno un grande rispetto per la vita, che trovano in essa un ordine superiore e che spesso, pur nelle difficoltà, sono ricambiati e amati dalla vita stessa per il loro coraggio». Ed è con un certo pudore che mi sono messo per la prima volta davvero a nudo nel documentario “Nulla accade per caso”, svelando dettagli che fino a oggi avevo rivelato solo a pochi intimi, ma che sono fondamentali perché mi hanno reso il Fabrizio di oggi.
