MASSIMO CANTINI PARRINI, DALL’ISTITUTO POLIMODA AL GRANDE SCHERMO

Sovvertire le regole del costume design

Custode della memoria sartoriale, Massimo Cantini Parrini è più di un costumista. È un archeologo della moda con una collezione di oltre 4.500 abiti storici conservati tra Roma e Firenze.

Mentre esce nelle sale il suo ultimo lavoro nel film “Maria”, il biopic su Maria Callas con Angelina Jolie e diretto da Pablo Larraín, ripercorriamo la sua straordinaria carriera, tra Polimoda e i più rinomati istituti di costume del settore cinematografico.

« Siamo ciò che indossiamo e il corpo racconta la storia di una persona attraverso i vestiti. Massimo Cantini Parrini Costumista »

Nato a Firenze, Italia, Cantini Parrini da adolescente si innamorò per la prima volta di costumi e abiti dopo una visita alla Galleria del Costume a Palazzo Pitti, dove si accese la sua passione per il collezionismo. Iniziando da bambino a collezionare oggetti interessanti e abiti storici, prima dalla casa dei nonni e poi nei mercati e nelle bancarelle di antiquariato dove trascorreva la domenica a rovistare, iniziò la sua collezione di abiti d’epoca. Voleva salvare i vestiti, vedendo la salvezza come un modo per dare una seconda possibilità a un capo, per dargli nuova vita, una filosofia che avrebbe portato nella definizione stessa del design dei costumi. Durante la sua infanzia, fu ugualmente ispirato dalla nonna sarta, poiché fu con lei che ebbe la sua prima incursione nei trucchi del mestiere di progettazione e confezione di abiti.

la carriera

Ha conseguito il diploma in Costume e Fashion Design presso l’Istituto statale d’Arte di Firenze, prima di proseguire gli studi al Polimoda, affiliato al Fashion Institute of Technology di New York, per poi laurearsi in Fashion Culture and Styling presso l’Università di Firenze, dove è stato mentore della professoressa di storia del costume, Cristina Giorgetti. Durante gli studi, ha vinto un concorso indetto dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, come allievo del premio Oscar Piero Tosi nel corso di costume, prima di entrare nella Sartoria Tirelli come assistente costumista, debuttando nel cinema con la costumista premio Oscar Gabriella Pescucci.

La sua carriera è esemplare e distinta, segnata da numerose prestigiose nomination e premi per il design dei costumi. Ha ricevuto due nomination agli Academy Award per “Cyrano” (J. Wright 2021) e “Pinocchio” (M. Garrone 2019), una nomination ai BAFTA per “Cyrano” e due nomination al prestigioso CDG (Costume Designers Guild), per “Cyrano” e “Pinocchio”. Il suo riconoscimento europeo include la vittoria dell’European Film Award (EFA) per “Dogman” (M. Garrone 2018). Ha vinto numerosi premi in Italia, tra i più importanti, otto candidature ai David di Donatello, vincendone sei per “Miss Marx” (S. Nicchiarelli 2021), “Pinocchio” (M. Garrone 2019), “Bloody Richard” (R. Torre, 2018), “Indivisibili” (E. de Angelis 2016), “Il racconto dei racconti” (M. Garrone 2015). La sua opera gli è valsa anche quattro candidature ai Nastri d’Argento, con cinque vittorie per “Miss Marx” (S. Nicchiarelli 2021), “Favolacce” (Fratelli D’Innocenzo 2020), “Pinocchio” (M. Garrone 2019), “Indivisibili” (E. de Angelis 2016), e “Il racconto dei racconti” (M. Garrone 2015).

Tra i suoi lavori cinematografici ricordiamo: “The Wholly Family” (T. Gilliam 2011), “Che strano chiamarsi Federico” (E. Scola 2013), “Walesa the Man of Hope” (A. Wajda 2014), “The Tale dei racconti” (M. Garrone 2015), “Indivisibili” (E. de Angelis 2016), “Ella e Giovanni” (P. Virzi’ 2016), “Ophelia” (C. McCardell 2018), “Bloody Richard” (R. Torre 2018), “La terra della basta” (Fratelli D’Innocenzo 2017), “Dogman” (M. Garrone 2018), “Pinocchio ” (M. Garrone 2019), “Favolacce” (Fratelli D’Innocenzo 2020), “La signorina Marx” (S. Nicchiarelli 2021), “Cyrano” (J. Wright 2021), “L’Immensita” (E. Crialese 2022), “Ferrari” (M. Mann 2023), “Maria” (P. Larraìn 2024), e “Mio figlio di il secolo” (J. Wright 2024), per citarne solo alcuni.

In uscita quest’anno, ha lavorato a “Maria”, diretto da Pablo Larraín e interpretato da Angelina Jolie e “The Deluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta” diretto da Gianluca Jodice, e alla magnifica serie “M” diretta da Joe Wright.

la collezione

Cantini Parrini mira a creare design unici e accurati, traendo ispirazione dall’arte e dalla storia, una delle sue gallerie preferite è la Galleria d’Arte Moderna di Roma, e utilizzando la sua vasta collezione di abiti storici come una sorta di enciclopedia da cui trae idee e ispirazioni, disegnandoli e cucendoli in pezzi di vita reale del passato. La sua collezione comprende abiti dal 1630 fino ai primi anni 2000, notevoli per il loro design originale, la prominenza di stilisti e case di moda e il significato storico o archivistico. Si estende su un quadro globale, da pezzi europei, inglesi e americani così come da più lontano. Colleziona anche accessori con oltre 10.000 esempi di cappelli, borse, scarpe e altri accessori nell’archivio, un vasto archivio fotografico, con oltre 40.000 fotografie dal 1840 agli anni ’70, così come molte riviste di moda e oltre 2000 schizzi di famosi stilisti e costumisti.

Dal suo vasto archivio, Cantini Parrini cerca di creare design senza tempo e sorprendenti, intendendo l’abbigliamento come una sorta di “seconda pelle” e forgiando indumenti che riflettono cultura e società. È convinto che moda e costume siano diversi ma abbiano molto da dirsi; ciò che era moda diventa costume e viceversa. Condividono l’obiettivo di non essere semplicemente un abito, ma di rappresentare un sistema complesso e organizzato che è curato e dotato di significato dal suo contesto storico e dalla persona che lo indossa. Particolarmente ispirato dal passato, Cantini Parrini crede nel prendere le regole stabilite dell’arte e sovvertirle per creare una vera innovazione nel settore. Attraverso i suoi costumi, possiamo attingere dal passato per accedere al futuro. Una filosofia che permea tutti i suoi film.

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